Guida ai diamanti
INFORMAZIONI UTILI
Il prezzo dei diamanti reperibili in commercio è libero, al pari di altri beni d’investimento alternativi come ad esempio un immobile, un quadro, un’opera d’arte, monete antiche, francobolli etc. Il valore di tutti i beni del mondo è definito in base alla famosa legge internazionale dello scambio commerciale, scaturita dall’incontro tra domanda e offerta.
Sul mercato nazionale e internazionale dei diamanti si trovano, infatti, pietre che hanno le stesse caratteristiche tecniche ma prezzi totalmente differenti, con variazioni anche di notevole entità. Questo è dovuto in gran parte alle diverse politiche commerciali, ai diversi servizi offerti ed alle migliori fonti di approvvigionamento di alcuni operatori del settore rispetto agli altri. È importante ricercare il supporto di seri professionisti del settore che possano guidare i clienti e aiutarli a fare la scelta giusta
per il proprio investimento. In questa vera e propria giungla di prezzi,
ci poniamo come i migliori intermediari per l’acquisto di diamanti
da investimento e, tramite ampia documentazione, possiamo dimostrare come le nostre siano le migliori offerte in assoluto.
Offriamo quindi un servizio di consulenza tecnica, storica e finanziaria gratuita per aiutare il cliente nella scelta del diamante da investimento migliore. Grazie alla nostra lunga esperienza maturata in oltre 40 anni
di attività, è stato possibile realizzare una vasta documentazione tecnico-illustrativa riguardante il meraviglioso mondo dei diamanti. I contenuti sono il frutto di una grande passione e dedizione per il nostro lavoro, e sono rivolti ai clienti con l’obiettivo di fornirgli gratuitamente un valido supporto informativo e didattico.
La nostra politica commerciale si basa sin dal 1981 su 4 valori fondamentali: onestà, etica, professionalità e trasparenza commerciale
FORMAZIONE
Storia dei diamanti
Sebbene il diamante sia la gemma più dura conosciuta dall’uomo, la sua composizione è molto semplice: si tratta di comune carbonio, come la grafite delle matite, ma con un punto di fusione di circa 4.000 gradi centigradi, cioè due volte e mezzo il punto di fusione dell’acciaio.
Miliardi di anni il calore e la pressione trasformarono miracolosamente
il carbonio in diamante nel calderone di magma fuso che si trovava nelle profondità della terra. La massa vulcanica salì e irruppe attraverso la crosta terrestre, raffreddandosi nei filoni di kimberlite o lampronite: è proprio
in questi filoni che ancora oggi si trovano la maggior parte dei diamanti.
Non si sa quando fu trovato il primo diamante ma da un antico testo risalente al IV secoldo a.C. sappiamo che in India si scambiavano diamanti
e che fino al XVIII sec. l’India rimase l’unico produttore.
Struttura e proprietà
dei diamanti
Il diamante è una delle tante forme allotropiche in cui può presentarsi il carbonio; in particolare, il diamante è costituito da un reticolo cristallino di atomi di carbonio. Nel corso di milioni di anni cresce a strati monomolecolari, generando forme (ottaedri, cubi, dodecaedri, etc). Il cristallo puro è trasparente, con indice di rifrazione che varia da 2,465 a 397 nm, da 2,427 a 527 nm,
da 2,417 a 589 nm, da 2,408 a 670 nm, e da 2,402 a 763 nm. La durezza del diamante è il valore massimo della scala di Mohs, cioè 10: ciò
lo rende massimamente abrasivo, da qui il suo principale uso industriale.
I diamanti hanno moltissime applicazioni grazie alle loro caratteristiche. Le più rilevanti sono l’estrema durezza, l’elevato indice di dispersione ottica, l’altissima conducibilità termica, la grande resistenza agli agenti chimici e il bassissimo coefficiente di dilatazione termica, paragonabile a quello dell’invar. I diamanti sono altamente idrorepellenti: l’acqua non aderisce alla loro superficie, formando gocce che scivolano via facilmente. La resistenza agli agenti chimici
è molto elevata: i diamanti non sono intaccabili dalla maggior parte degli acidi e delle basi, anche in concentrazioni elevate.
La forma o il taglio
di un diamante
La precisione e la delicatezza con cui viene tagliato un diamante determinano la sua brillantezza, il suo fuoco e quindi la sua bellezza.
Il taglio a brillante è la forma più conosciuta ma esiste un’ampia varietà di forme che va dalle più tradizionali a marquise, goccia, smeraldo, ovale, baguette, carré o cuore sino alle più fantasiose e creative.
I tagli a fiore, introdotti recentemente, iniziano ad essere popolari e sono un perfetto connubio tra l’arte dei tagliatori e la tecnologia moderna.
- Il taglio rotondo a brillante è il più conosciuto di tutti i tagli del diamante.
- Il taglio ovale è un adattamento del taglio a brillante. Esso sembra più grande di una pietra rotonda della stessa caratura.
- Marquise è il nome dato alla forma allungata e con gli angoli appuntiti.
- Il taglio a cuore è forse il più romantico fra i tagli a fantasia.
- Il taglio a smeraldo è rettangolare o quadrato con faccette lungo tutti i lati e sugli angoli.
- Il taglio a goccia è anch’esso un taglio a brillante.
- Il taglio quadrato, anche chiamato Princess, rinforza la brillantezza e lo scintillio.
Fluorescenza
Alcuni diamanti, se esposti ad una luce ultravioletta, mostrano uno scintillio visibile chiamato fluorescenza: è un fenomeno naturale che incide sul 28% circa dei diamanti.
La sua classificazione è suddivisa in 5 valori :
NONE (NULLA), FAINT / VERY SLIGHT (DEBOLE / LEGGERA / LIEVE), MEDIUM / SLIGHT (MEDIA), STRONG (FORTE), VERY STRONG (MOLTO FORTE).
Anche se la fluorescenza dei diamanti può essere di diversi colori (arancio, gialla, bianca, etc.) quella più comune è blu. I diamanti con fluorescenza nulla (none) o al massimo debole/leggera (faint) sono senz’altro
da preferire perché più apprezzati
e commercialmente più costosi di quelli aventi valori maggiori. Non può, in linea di massima, essere vista come un difetto ma come una caratteristica di alcuni diamanti.
In caso di condizione di luce normale,
la fluorescenza di norma non ha un effetto sull’aspetto del diamante ed è difficilmente visibile ad un occhio poco esperto. In caso però di diamanti con fluorescenza forte e molto forte, la pietra può apparire lattiginosa (milky) e questo la rende meno bella e, di conseguenza, viene proposta sul mercato con prezzi inferiori.
Le 4 C dei diamanti
Tutti i diamanti sono rari, ma alcuni sono più rari di altri e quindi di maggior valore. Dato che
i diamanti hanno un valore molto elevato, prima
di acquistarli, è essenziale disporre di un sistema di misurazione per comparare le molteplici, diverse qualità. A questo scopo, tra gli anni 1940 e 1950, il G.I.A. (Gemological Institute of America) ha sviluppato l’International Diamond Grading System ™ e il sistema delle 4 C:
PESO IN CARATI (Carat weight), PUREZZA (Clarity), COLORE (Colour), TAGLIO (Cut).
Perché i diamanti
sono così preziosi?
I diamanti, formatisi miliardi di anni fa, sono rari perché solo pochi sono sopravvissuti al rischioso percorso di risalita dalla profondità della terra alla superficie. Ottenere una quantità relativamente piccola di pietre, sia per gioielleria che per uso industriale, non è facile nemmeno con la tecnologia odierna.
Approssimativamente devono essere estratte e lavorate 250 tonnellate di kimberlite per ottenere un diamante da gemma di un carato di buona qualità.
Perché acquistare
un diamante?
Il diamante è la pietra regina della gioielleria non solo per il suo valore ma soprattutto per la sua specifica caratteristica di rifrangere la luce
in tanti riflessi cristallini e bagliori magici.
I diamanti sono quindi i testimoni perfetti per celebrare ricorrenze, occasioni indimenticabili e momenti importanti, rendendoli unici
e indimenticabili. I diamanti esprimono amore, apprezzamento, successo e bellezza: ma anche eleganza, fiducia e affermazione,
Durezza
Non tutti i diamanti hanno la stessa durezza.
I diamanti più duri provengono dall’area del New England nel Nuovo Galles del Sud (Australia). Questi diamanti sono in genere piccoli, di forma ottaedrica perfetta o semiperfetta e sono utilizzati per lucidare altri diamanti. La loro durezza è considerata il risultato della modalità di accrescimento del cristallo, che è avvenuta
in un’unica fase.
La maggior parte degli altri diamanti evidenzia invece un accrescimento del cristallo in fasi successive, con inclusione di impurezze
e la formazione di difetti nel reticolo cristallino
con conseguente diminuzione delle caratteristiche di durezza.
Tenacità
La tenacità rappresenta la capacità di un materiale di assorbire energia in campo plastico, cioè di subire degli urti senza fratturarsi.
La tenacità media del diamante naturale è stata misurata in 3,4 MN m-3/2, ma varia molto
in funzione della caratura (cioè del peso e quindi della grandezza) e della presenza di imperfezioni interne. Questo valore è buono e maggiore
di tutte le altre gemme, ma inferiore a molti altri materiali. Come per ogni cristallo, la capacità
di resistere agli urti varia a seconda del piano
in cui è diretta la forza incidente. Un forte colpo di martello può comunque rompere facilmente un diamante, e anche urti accidentali possono danneggiarlo.
Resistenza al calore
La resistenza al calore e al fuoco è molto elevata, ma dipende dalle dimensioni. Un comune diamante commerciale resiste alla fiamma viva in atmosfera fino a circa 1.520 °C; negli incendi la temperatura può raggiungere i 1.000 °C, ma non supera generalmente i 1.200 °C, per cui un diamante rimane inalterato. Viceversa una polvere fine di diamante è facilmente infiammabile a contatto di fiamma, bruciando senza lasciare residui e trasformandosi completamente in CO2.
In assenza di fiamma il diamante brucia in atmosfera, con una debole fiamma azzurra, alla elevatissima temperatura di circa 3.550 °C. In atmosfera di ossigeno brucia a circa 800 °C.
La gemma più internazionale
Prima che un diamante raggiunga la mano di una donna, probabilmente tocca almeno quattro continenti e le mani di centinaia di persone. Infatti, è necessaria l’esperienza di molti abili artigiani per il complicato processo di estrazione e rifinitura di un diamante.
Nonostante i diamanti siano stati estratti per
la prima volta in India più di 2800 anni fa,
la moderna industria si sviluppò solo alla fine del XIX secolo con le prime scoperte in Sud Africa.
Oggi, tuttavia, i cinque maggiori paesi produttori di diamanti garantiscono il 90% del volume dell’approvvigionamento mondiale di diamanti grezzi. Il Sud Africa, invece, ne fornisce più della metà in termini di valore.
I paesi produttori più importanti sono: Botswana, Namibia, Sud Africa, Angola, Russia, Zaire, Australia.
Rivelare la bellezza
di un diamante
Un diamante grezzo non ha affatto la forma che tutti ci immaginiamo: è l’abilità del tagliatore
a svelare bellezza nascosta del diamante. L’abilità richiesta per quest’arte è stata tramandata nei secoli, di generazione in generazione, ed è un’arte per la quale non sono ammessi errori. Il rischio non è soltanto per la pietra in sé, bensì per le tante ore, addirittura mesi di lavoro, che sono richiesti per tagliare e pulire ogni gemma. Durante questo lungo procedimento, ogni diamante perde in media
il 50% del suo peso originario. La bellezza di un diamante dipende dal modo in cui esso riflette la luce. Il tagliatore deve quindi sfaccettare la pietra in maniera tale che la luce venga riflessa all’osservatore, possa penetrare dalla parte superiore, riflettere all’interno e fuoriuscire dall’alto.
Diamanti sintetici
e non naturali
Con l’espressione diamante sintetico si intende un diamante prodotto attraverso un processo tecnologico. Il diamante sintetico è anche conosciuto come diamante HPHT o CVD, sigle che ne denotano il metodo produttivo: High-Pressure High-Temperature (sintesi ad elevata pressione e temperatura) e Chemical Vapor Deposition (sintesi a deposizione chimica da vapore).
Questi due processi continuano a dominare nella produzione del diamante sintetico. Le proprietà del diamante sintetico dipendono dai dettagli dei processi produttivi e possono essere inferiori o superiori a quelli del diamante naturale; la durezza, la conducibilità termica e la mobilità degli elettroni sono superiori in alcuni diamanti sintetici.
Carati
Il peso dei diamanti, come quello delle altre gemme, si esprime in carati. La parola carato
ha origine dall’antichità quando si usavano i semi di carrubo, dal peso sorprendentemente regolare, per pesare le gemme.
Nel 1914 fu unificato il sistema e il carato venne preso come unità di misura a livello internazionale, corrispondente a 0.20 grammi ovvero un quinto di grammo (1 carato = 0.20 grammi ) – ( 5 carati = 1 grammo).
Dopo il 1914 però, grazie all’introduzione delle prime bilance di precisione per quell’epoca,
si rese necessaria una misurazione del peso ancora più dettagliata e precisissima, anche in virtù dei prezzi dei diamanti che inesorabilmente aumentavano di anno in anno: anche un piccolo scostamento di frazioni di carato significava soldi. Il carato fu così suddiviso in punti con l’equivalente che 100 punti sono uguali a 1 carato, che a sua volta ricordiamo pesa 0.20 grammi.
Conducibilità
Esistono o sono allo studio altre applicazioni specialistiche, compreso l’uso come semiconduttore: alcuni diamanti blu sono semiconduttori naturali, a differenza degli altri diamanti che invece sono eccellenti isolanti elettrici.
Il diamante esposto all’aria mostra in alcune condizioni un comportamento da conduttore sulla sua superficie. Il fenomeno venne scoperto da Maurice Landstrass e K. V. Ravi nel 1989.
Nel dicembre 2007 un laboratorio del Case Western Reserve University di Cleveland ha dimostrato che la conducibilità avviene per mezzo di un film acquoso sottile deposto sulla superficie del diamante. Il film d’acqua scambia coppie di elettroni con la superficie rendendola conduttrice. Il diamante si dimostra un ottimo conduttore termico ma ad alta temperatura tende a decomporsi in semplice carbonio.
Simbolo di amore
Non si sa quando fu trovato il primo diamante,
ma da un antico testo sappiamo che in India, già nel IV secolo a.C., si scambiavano diamanti e che fino al XVIII sec. l’India rimase l’unico produttore.
Fino al XV secolo soltanto i re indossavano diamanti come simbolo di forza, coraggio
e invincibilità. Col passare dei secoli, i diamanti sono diventati il dono d’amore per eccellenza.
Si diceva infatti che le frecce di Cupido avessero la punta di diamante, pietra che possedeva
un ineguagliabile potere magico.
La tradizione dell’anello di fidanzamento con diamante si instaurò solo nel 1477 quando l’arciduca Massimiliano d’Austria donò un anello con diamanti a Maria di Burgundia. La ragione per cui le donne indossano l’anello all’anulare della mano sinistra risale invece ai primi Egizi. Essi credevano infatti che la vena amoris (la vena dell’amore) corresse direttamente dal cuore alla punta dell’anulare della mano sinistra.