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Guida ai Diamanti

Regolamentazione mondiale del mercato dei diamanti

By 10 Marzo 2022No Comments

Anche se le Nazioni Unite identificarono per la prima volta nel 1998 il problema del finanziamento dei conflitti attraverso il traffico dei diamanti, fu l’industria a fare i primi passi per affrontare questo problema attraverso la costituzione di un processo che permettesse di certificare l’origine di un diamante.
Nel maggio del 2000 i paesi produttori di diamanti si incontrarono a Kimberley, in Sudafrica, per stabilire un sistema per contrastare il mercato illegale e assicurare ai compratori di diamanti la provenienza lecita delle pietre acquistate.
Il 19 luglio 2000 il World Diamond Congress adottò una risoluzione per rafforzare la capacità dell’industria di bloccare le vendite di diamanti illegali. La risoluzione chiedeva un sistema internazionale di certificazione per l’esportazione e l’importazione di diamanti, l’adeguamento della legislazione di tutti i paesi per accettare solo confezioni di pietre con sigilli ufficiali, permettendo in tal modo l’incriminazione dei paesi che trafficano illegalmente e istituire un bando da tutte le borse dei diamanti della World Federation of Diamond Bourses di chiunque commerci illegalmente diamanti.
Il 17 e 18 gennaio 2001 l’industria costituì il World Diamond Council. Questo organismo è stato creato per ideare un processo in grado di certificare la provenienza lecita di tutti i diamanti grezzi.
KIMBERLEY PROCESS
Dopo l’approvazione delle Nazioni Unite il 13 marzo 2002, a novembre, dopo due anni di negoziati tra governi, produttori di diamanti e organizzazioni non governative, venne creato il Kimberley Process Certification Scheme (KPCS).
Il Kimberley Process (KPCS) è un accordo di certificazione volto a garantire che i profitti ricavati dal commercio di diamanti non vengano usati per finanziare guerre civili. L’accordo è stato messo a punto e approvato con lo sforzo congiunto dei governi di numerosi paesi, di multinazionali produttrici di diamanti, e della società civile.
I requisiti che uno stato deve soddisfare per poter partecipare allo schema di certificazione sono
• che i diamanti provenienti dal paese non siano destinati a finanziare gruppi di ribelli o altre organizzazioni che mirano a rovesciare il governo riconosciuto dall’Organizzazione delle Nazioni Unite.
• che ogni diamante esportato sia accompagnato da un certificato che provi il rispetto dello schema del Kimberley Process
• che nessun diamante sia importato da o esportato verso un paese non membro del Kimberley Process.
Il Kimberley Process Certification Scheme (KPCS) si è trasformato in un meccanismo efficace per arginare il commercio dei diamanti insanguinati ed è riconosciuto come l’unico strumento di prevenzione per promuovere la pace e la sicurezza nei paesi coinvolti. Gli sforzi congiunti dei governi, delle aziende leader del settore e dei rappresentanti delle organizzazioni, hanno attivato il processo di Kimberley (KP) per limitare il flusso di diamanti insanguinati ed hanno ottenuto risultati significativi in un periodo di tempo molto breve.
Esperti nel settore stimano che i diamanti insanguinati ora rappresentano meno dell’1% del commercio internazionale di diamanti. Questo rappresenta un grosso traguardo se si confrontano le stime (fino al 15%) del 1990.
Il documento KPCS stabilisce i requisiti di controllo della produzione e il commercio di diamanti grezzi. Il KPCS è entrato in vigore nel 2003 quando i paesi partecipanti iniziarono ad attuare le sue regole.
Il processo di Kimberley (KP) è aperto a tutti i paesi che sono disposti e sono in grado di attuare le sue regole. A partire dal novembre 2008, il KP comprende 49 membri in rappresentanza di 75 paesi. La Comunità europea e i suoi Stati membri, contano come un singolo partecipante.

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