ANGOLA
Nel 1998 le Nazioni Unite imposero delle sanzioni in Angola che proibivano alle altre nazioni l’acquisto di diamanti. Questa fu la prima risoluzione che citava esplicitamente i diamanti tra i finanziamenti di guerra. I rapporti stimarono che circa il 20% della produzione negli anni ’90 venne venduta per scopi illeciti e il 15% per scopi bellici. Il World Diamond Council stimò che nel 1999 il mercato di diamanti illegali rappresentava circa il 3,06% della produzione mondiale e nel 2004 la percentuale si è ridotta a circa l’1%.
SIERRA LEONE
A seguito delle preoccupazioni internazionali per il ruolo svolto dal traffico di diamanti nel conflitto nella Sierra Leone, il consiglio di sicurezza adottò la risoluzione 1306 il 5 luglio 2000 che imponeva il bando dell’importazione diretta o indiretta di diamanti grezzi non controllata dal governo dalla Sierra Leone attraverso l’uso di un certificato di provenienza. L’embargo degli armamenti e delle forze non governative nel paese era già in atto attraverso la risoluzione 1132 dell’8 ottobre 1997.
Il 31 luglio 2000 e il 1 agosto 2000, l’ambasciatore Anwarul Karim Chowdhury, presidente del Comitato del Consiglio di Sicurezza formato in seguito alla risoluzione 1132 (1997) riguardante la Sierra Leone, presiedette la prima udienza pubblica del Consiglio di Sicurezza a New York, a cui erano presenti i rappresentati degli stati membri, delle organizzazioni regionali, delle organizzazioni non governative, dell’industria dei diamanti e altri esperti. In questa udienza venne illustrato il collegamento tra il mercato illegale di diamanti e il mercato degli armamenti. Vennero inoltre discussi i mezzi per sviluppare un’industria di produzione dei diamanti lecita e sostenibile nella Sierra Leone.
LIBERIA
Dal 1989 al 2003 scoppiò una guerra civile in Liberia. Nel 2000 le Nazioni Unite accusarono il presidente Charles Taylor di sostenere la rivolta del RUF in Sierra Leone con armamenti.
Nel 2001 vennero applicate le sanzioni e nel 2003 Taylor rassegnò le dimissioni come presidente. Dopo essere stato esiliato in Nigeria è in attesa di affrontare un processo all’Aia. Il 21 luglio 2006 si è dichiarato non colpevole dell’accusa di crimini contro l’umanità e crimini di guerra.
Attualmente la Liberia è in pace e sta tentando di costituire una industria dei diamanti legale. Le Nazioni unite hanno ritirato le sanzioni e ora il paese è membro del processo di Kimberley.
COSTA D’AVORIO
La Costa d’Avorio iniziò negli anni ’90 a sviluppare un’industria dei diamanti. Nel 1999 un colpo di stato rovesciò il governo dando vita ad una guerra civile. Il paese divenne una rotta per l’esportazione di diamanti dalla Liberia e iniziarono ad essere ritirati gli investimenti esteri. Per bloccare il mercato illegale, la nazione fermò tutte le miniere di diamanti e il consiglio di sicurezza mise al bando ogni esportazione di diamanti nel dicembre 2005.
REPUBBLICA DEL CONGO
La Repubblica del Congo affrontò nel 2004 le sanzioni delle Nazioni Unite poiché, nonostante non possedesse un’industria dei diamanti ufficiale, il paese esportava grandi quantità di diamanti di origine imprecisata.